
Le donne controcorrente conquistano l’IA. Il libro di Claudio Bernini e Carmela Elita Schillaci
“Donne Controcorrente in AI e Innovazione” è il volume giornalista del Claudio Barnini e della professoressa Carmela Elita Schillaci che esplora il complesso rapporto tra donne, Intelligenza Artificiale e innovazione tecnologica. Il libro, che è stato presentato alla Facoltà di Economia dell’Università Sapienza, riunisce esperte del settore, accademiche e imprenditrici, per discutere le sfide e le opportunità offerte dall’intelligenza artificiale.
Inserito nella celebre collana “Donne Controcorrente”, in formato ebook al costo di 1 euro su Amazon Kindle, offre una panoramica approfondita del ruolo delle donne nell’era dell’AI, evidenziando il divario di genere esistente nel settore e le potenziali conseguenze per il futuro.
“L’AI è una novità deflagrante che deve essere compresa nei suoi limiti, rischi potenzialità, questo libro lo fa in maniera chiara grazie alle voci delle autorevoli protagoniste, docenti universitarie, manager, ex ministre. Parlare di AI e innovazione potrebbe sembrare una contraddizione. Se nei paesi in via di sviluppo il digital gender gap si manifesta come mancato accesso alle tecnologie digitali, nelle economie avanzate si traduce in scarsa presenza femminile nelle carriere e nell’imprenditorialità digitali” ricorda Carmela Elita Schillaci, autrice, Professoressa ordinaria di Economia e Gestione delle Imprese Università di Catania, delegata Diversity & Inclusion di SIMA che aggiunge: “abbiamo bisogno di attenzionare pienamente gli effetti amplificanti della IA sul rafforzamento di bias e comportamenti non inclusivi”.
Già nel 2020 l’Unesco aveva lanciato l’allarme scrivendo che l’AI ha il potere di “diffondere e rafforzare gli stereotipi e i pregiudizi di genere, che rischiano di emarginare le donne su scala globale” e farle rimanere “indietro nella sfera economica, politica e sociale”.
“Dall’ultimo Rapporto Italia, presentato come ogni anno dal suo istituto, veniamo a conoscenza del fatto che un italiano su tre ha una vaga idea di che cosa sia l’Intelligenza Artificiale (33,9%) e una quota simile afferma di non saperne nulla (31,9%). Fra i più informati, prevalgono quanti affermano di saperne abbastanza (25%), ma solo un italiano su dieci si dichiara molto informato sull’argomento (9,2%)” sottolinea Gian Maria Fara, Presidente Eurispes nella prefazione, “Eppure, l’Intelligenza Artificiale per importanza e portata può senza dubbio essere paragonata alla nascita del World Wide Web, e come quest’ultima sta già plasmando il presente”.
Come sottolineato dalle autrici, l’IA, se non progettata con una prospettiva inclusiva, rischia di perpetuare gli stereotipi di genere e di ampliare le disuguaglianze esistenti. Ma è anche una immensa opportunità da osservare senza timori. L’aiuto dell’intelligenza artificiale sta diventando sempre più importante, quasi fondamentale, nell’ottimizzazione dei processi, nell’elaborazione intelligente dei flussi informativi e, alla fine, nel rendere più agili le decisioni.
Un divario da colmare – “I dati presentati durante l’evento perpetuano il gap di genere delle materie STEM:solo il 43% delle donne italiane possiede competenze digitali di base, contro una media europea del 52%.Inoltre, le donne sono sottorappresentate nei ruoli decisionali nell’ambito dell’IA, sia nella ricerca che nell’industria con una presenza di un misero 10%” ricorda Claudio Barnini “da una recente analisi del Bureau Veritas Italia e del Comitato pari opportunità dell’Università di Genova è emerso come la quantità di donne professioniste dell’ICT è ferma al 16% da 10 anni”. Di questo passo, l’apporto e la rivoluzione della donna nello sviluppo dell’IA rischiano di non cominciare mai.
Nutrire l’AI di differenze di genere – Poiché l’IA apprende dai dati che le forniamo, nutrendosi in particolare di dati provenienti da internet, dove gli stereotipi di genere sono ancora purtroppo presenti, il rischio è che l’IA possa assorbirli e perpetuarli. Ad esempio, modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) possono produrre contenuti sessisti. Inoltre, essendo la maggior parte degli algoritmi scritta da uomini, le donne e le persone LGTBQ+ sono sottorappresentate nel campo dell’IA.
L’impatto sul lavoro è quello che forse preoccupa di più – Su questo si è espressa la Professoressa Paola Pisano ex Ministro dell’Innovazione: “sul tema generale del lavoro, penso si stiano delineando tre scenari. Il primo uno scenario di sostituzione. L’IA sostituirà alcune funzioni, alcuni compiti che svolgiamo attualmente. Il secondo uno scenario di potenziamento. Chi ha difficoltà con una particolare abilità ora può ottenere ‘superpoteri grazie all’IA’ e riuscire meglio in quel particolare compito. Si pensi al parlare un’altra lingua, essere più creativo e così via. L’ultimo scenario potrebbe essere uno scenario di trasformazione. Grazie all’IA nasceranno nuove regole e nuovi compiti da svolgere e quindi nuove opportunità per tutti noi”.
Il libro è stato realizzato grazie al contributo non condizionato di: Assist Digital, Olidata, ENG, Austrade per l’Italia, EON, A2A e grazie al patrocinio di SIMA Società Italiana di MAnagement.