Cancro, la perdita di peso è un vero e proprio killer

Cibo e Salute

Alla mortalità per cancro contribuisce anche la malnutrizione, intesa come perdita di peso si, di massa grassa, ma soprattutto della preziosa massa muscolare. Un fenomeno che solo negli ultimi anni è stato valutato nella sua gravità tanto da essere definita una vera malattia concomitante e una conseguenza diretta della maggior parte dei tumori.

Di questo hanno discusso, a Napoli al convegno Nutrients beyond Nutrition (Nutrienti oltre la nutrizione) giunto alla sua settima edizione, importanti esperti italiani ed europei schierati per scambiarsi conoscenze e strategie terapeutiche su quello che viene considerato un vero e proprio killer.

Maurizio Muscaritoli

“La malnutrizione nei pazienti oncologici ha una prevalenza stimata in un range variabile tra il 15 e l’80% a seconda degli studi” sottolinea il professor Maurizio Muscaritoli, Coordinatore Scientifico del Convegno e Presidente SINuC (Società di Nutrizione Clinica e Metabolismo) “eppure la perdita di peso nei malati viene considerato ‘normale’ anche dai medici che ancora non hanno percorsi di valutazione del rischio malnutrizione o specialisti in nutrizione clinica nei reparti. La perdita di massa muscolare è un convitato di pietra che se ignorato ha pesanti conseguenze: in alcuni casi è una controindicazione all’intervento chirurgico, determina fatigue, alterazioni metaboliche, complicazioni, perdita delle funzioni dei vari organi. Dobbiamo pensare ai muscoli come ai mattoni che formano tutto il nostro organismo: in presenza di un soggetto malnutrito è spesso necessario ridurre la dose di farmaci e modificare il programma di radioterapia sino ad interrompere le cure. Un paziente malnutrito avrà maggiori effetti collaterali, subirà una maggiore tossicità e un organismo debole risponde meno alle terapie”.

Basterebbe una valutazione sin dalle prime fasi di malattia e un programma di intervento per evitare questi rischi: sappiamo che il tumore ha un metabolismo accelerato,  consuma energie per alimentarsi e produce mediatori infiammatori che determinano la perdita di grasso e soprattutto di proteine.

“Eppure la nutrizione clinica ha strumenti efficaci per affrontare e contrastare il problema: da una nutrizione a base di cibi semiliquidi e alimenti a fini medici speciali iperproteici, ma anche l’applicazione di un sondino naso-gastrico (per brevi periodi) al fine di aggirare i problemi di anoressia, deglutizione e disfagia che rendono difficile raggiungere l’apporto di nutrienti necessari” spiega il professor Franco Contaldo ordinario Medicina Interna, Università Federico II Napoli “mentre la nutrizione enterale, tramite un sondino collegato all’addome è indicato per periodi più lunghi. Si tratta, va ricordato, di misure temporanee, utili a permettere al paziente si ottenere il migliore risultato possibile”.

Un malato su 10 quindi sperimenta una perdita di almeno il 5% del suo peso nei 3-12 mesi precedenti la malattia combinata a disturbi come fatica, anemia, infiammazione cronica.

“La cachessia deriva dalla combinazione dei due termini greci kakos=cattivo e hexis=aspetto“ – aggiunge il professor Maurizio Muscaritoli –  è come se nel paziente oncologico l’organismo iniziasse a nutrirsi di se stesso e la malnutrizione/cachessia intesa come perdita di massa grassa e soprattutto proteine e quindi muscoli è resistente al solo introito di cibo: la perdita di peso diventa quindi progressiva. Nel paziente affetto da neoplasia, la perdita di peso è associata ad una diminuita sopravvivenza, ad una scarsa risposta e/o tolleranza ai trattamenti radioterapici e farmacologici, ad una ridotta qualità di vita, ad una più alta incidenza e durata di ospedalizzazione così come sottolineato anche lo studio italiano PreMio che ha valutato l’incidenza della malnutrizione già alla prima visita oncologica.

 

 

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